I Luoghi di San Tommaso d'Aquino a Maenza
Il Castello Baronale
San Tommaso D’Aquino soggiornò varie volte a Maenza, ospite nel Castello Baronale della nipote Francesca, moglie di Annibaldo II da Ceccano e Signore del luogo. L’ultima volta che vi giunse fu nel 1274 mentre si recava a Lione per partecipare al Concilio ecumenico indetto da Papa Gregorio X. Durante il viaggio, accompagnato dal suo segretario e confessore Fra Reginaldo da Piperno, il Santo cominciò ad ammalarsi di una ignota malattia e decide di fermarsi al castello della nipote per un breve riposo.
In quei giorni lo stato del Santo peggiorava e il suo deperimento fisico preoccupava i suoi familiari che gli chiesero quale pietanza avesse avuto piacere di mangiare. San Tommaso espresse il desiderio di avere un piatto di aringhe, cibo che aveva gustato in Francia, ma difficile da trovare in queste zone. Una mattina però nella piazza del castello si presentò un pescatore da Terracina con una cesta di pesci, a suo dire alici, ma quando la cesta fu aperta, nello stupore generale all’interno vi erano delle aringhe. La vicenda del "miracolo delle aringhe” è stata presentata tra le altre, come testimonianza al processo di Canonizzazione di Tommaso d'Aquino.
Il 22 ottobre 2011 è stato inaugurato un monumento dedicato dalla comunità di Maenza a San Tommaso d’Aquino. L’opera, dell’artista Gabriele Jagnocco è situata in piazza Duomo, sotto il castello baronale. La scultura, realizzata in travertino e in bronzo, raffigura il Santo e tutti i simboli attestanti la sua presenza nel luogo: il miracolo delle aringhe, il ramo di ulivo, corposi libri e il profilo del castello.
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