La vita di Tommaso d'Aquino

 

Tommaso dei conti d’Aquino nacque nel 1225 nel castello che la sua famiglia possedeva a Roccasecca d’Arce, nei pressi di Aquino, vicino alla celebre Abbazia di Montecassino, dove, come oblato, ricevette i primi elementi della sua istruzione.

A quattordici anni si trasferì a Napoli, per studiare nella prestigiosa Università fondata da Federico II dove veniva insegnato, senza le limitazioni vigenti altrove, il pensiero del filosofo greco Aristotele di cui, il giovane Tommaso, intuì subito il grande valore. Negli anni trascorsi a Napoli nacque la sua vocazione domenicana, ma quando rivestì l’abito dell’Ordine fondato non molti anni prima da San Domenico, la sua famiglia si oppose e fu costretto a lasciare il convento.

Nel 1245 poté riprendere il suo cammino religioso e fu inviato prima a Parigi e poi a Colonia per studiare teologia sotto la guida di un altro grande domenicano del tempo, Sant’Alberto Magno, alla cui scuola l’Aquinate svolse un’operazione di fondamentale importanza per la storia della filosofia e della teologia, e, si può dire, per la storia della cultura: studiò a fondo Aristotele e commentò gran parte delle sue opere mostrando la consonanza con i dati della Rivelazione cristiana e utilizzando largamente e acutamente il pensiero aristotelico nell’esposizione degli scritti teologici che compose.

Per le sue eccellenti doti intellettuali, nel 1252 Tommaso fu chiamato a Parigi dove conseguì, nel 1256, il titolo di Maestro di teologia e ricoprì una delle più ambite cattedre dell’epoca; qui iniziò anche la sua produzione letteraria che ha del prodigioso: commenti alla Sacra Scrittura, commenti agli scritti di Aristotele, opere sistematiche poderose, tra cui eccelle la Summa Theologiae, trattati e discorsi su vari argomenti.

Richiamato in Italia nel 1259, continuò a predicare e insegnare, prima a Napoli, poi ad Anagni e a Orvieto (1261-1265). Il Pontefice Urbano IV, che nutriva per lui una grande stima, gli commissionò la composizione dei testi liturgici per la festa del Corpus Domini, istituita in seguito al miracolo eucaristico di Bolsena (1264) che Tommaso poté verificare di persona.

Dal 1265 fu a Roma come teologo pontificio e nel 1269 fu richiamato a Parigi per un secondo ciclo di insegnamento.

Gli studenti erano entusiasti delle sue lezioni, sempre affollatissime, così come il popolo era entusiasta della sua predicazione, segnata da grande semplicità e fervore.

Gli ultimi mesi della vita terrena di Tommaso restano circondati da un’atmosfera particolare, quasi misteriosa. Nel dicembre del 1273 chiamò il suo segretario Reginaldo da Piperno per comunicargli la decisione di interrompere ogni lavoro, perché, durante la celebrazione della Messa, aveva compreso, in seguito a una rivelazione soprannaturale, che quanto aveva scritto fino ad allora era solo “un mucchio di paglia”.

Qualche mese dopo Tommaso morì mentre era in viaggio verso Lione, dove si stava recando per prendere parte al Concilio Ecumenico indetto da Papa Gregorio X.

Si spense nell’Abbazia cistercense di Fossanova, il 7 marzo del 1274.

 

Il pensiero
di San Tommaso d’Aquino in tre Catechesi di Papa Benedetto XVI

U.G. del 2 Giugno 2010
U.G del 10 Giugno 2010
U.G. del 23 Giugno 2010

Per approfondire
si "consiglia" 

Le Catechesi di Papa Benedetto XVI su San Tommaso d'Aquino

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