Le opere di San Tommaso d'Aquino
Quando, nel 1323, quasi mezzo secolo dopo la sua morte, Papa Giovanni XXII inserì Tommaso d’Aquino tra i Santi e a coloro che contestavano che egli non aveva fatto né piccoli né grandi miracoli, il Papa rispose con una celebre citazione: “Quante preposizioni teologiche scrisse, tanti miracoli fece”. Questo è il riconoscimento più importante che si potesse dare al grande teologo e Dottore della Chiesa, che con la sua “Summa Theologiae”, diede sistematicamente un fondamento scientifico, filosofico e teologico alla dottrina cristiana.
La vita di Tommaso d’Aquino fu interamente dedicata allo studio e all’insegnamento e la sua produzione letteraria fu immensa: due vastissime Summae, commenti a quasi tutte le opere aristoteliche, opere di esegesi biblica, commentari a Pietro Lombardo, a Boezio e a Dionigi l’Areopagita, 510 Quaestiones disputatae, 12 Quaestiones de Quodlibet, oltre 40 opuscoli.
Tommaso scriveva per i suoi studenti, perciò il suo linguaggio era chiaro e convincente, il discorso si svolgeva secondo le esigenze didattiche, senza lasciare zone d’ombra, concetti non ben definiti o non precisati. Si rifaceva anche nello stile al modello aristotelico, e rimproverava ai platonici il loro linguaggio troppo simbolico e metafisico.
Il suo capolavoro, la Summa theologiae, rimasto incompiuto, è una Sintesi teologica per “presentare le cose che riguardano la religione cristiana, in un modo che sia adatto all’istruzione dei principianti”.
Alcune tesi di Tommaso d’Aquino, tanto radicalmente innovatrici, fecero scalpore e suscitarono le più vivaci reazioni da parte dei teologi contemporanei; Sant’Alberto Magno intervenne più volte in favore del suo antico discepolo, nonostante ciò diversi lavori di Tommaso furono condannati come eretici dal Vescovo di Parigi mentre Tommaso era ancora in vita, e ciò avvenne ben tre volte ancora, a Parigi e a Canterbury, pochi anni dopo la sua morte.
L’Ordine Domenicano si impegnò nella difesa del suo più grande maestro e nel 1278 dichiarò il “Tomismo” dottrina ufficiale dell’Ordine, ma la condanna di eresia fu abrogata solo nel 1325, due anni dopo che Papa Giovanni XXII, nel 1323, ad Avignone, l’aveva proclamato Santo.
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